STABAT MATER


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Commissione
Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara

Prima
9 luglio 2014, Chiesa di Santa Caterina – Lucca
libretto: Debora Pioli
soprano: Maria Elena Romanazzi
sound design: Alberto Gatti
luci: Fabio Coianiz
elementi di scena: Gianni Lucchesi
multimedia: Progetti Digitali
organizzazione: Flavia Cavallo
allestimento, video e regia: Nino Cannatà

Descrizione
La Madre. È la Terra che genera i germogli destinati ai cicli di vita, morte e resurrezione delle stagioni. È la Vergine prescelta fra tutte le donne per far partorire il suo unico Figlio, il quale, attraverso la perdita del sé, ci insegna il vivere e la grazia di scegliere la vita secondo la regola dell’amore. Ogni donna è sorgente dell’invisibile. Simbolo di una scelta compiuta come se fosse suggerita da un alito di vento. La donna madre – diventando madre o coltivando in sé la possibilità di esserlo – nella maternità si rende ‘eterna’ e votata alla soerenza di assistere al progressivo avvicendarsi di ‘morte e resurrezione’ dei gli, i quali sono venuti a vita proprio grazie alla morte di una parte della ‘donna’ che diventa madre. Privilegio e mistero insondabile.

Solo attraverso la rottura, trasformazione e soerenza, sembra che la crescita biologica e quindi l’esistenza sia possibile. Ovvero: solo con l’esperienza della ‘croce’ si arriva al ‘cielo’ e la prima a mettersi e ad essere messa in croce è la madre stessa, la quale, generando la vita, è “portatrice di morte”, contemporaneamente strumento della Terra e del Cielo. E come orientarsi – noi, naviganti – per trovare un approdo di luce nella notte tra e sterminata in cui veniamo lasciati nel momento in cui si aprono gli occhi al primo vagito dell’Esserci? E’ sempre la madre la prima a sondare – e ad aver l’obbligo ‘amoroso’ – di indicare – lei, “Stella Maris” – la strada per la visione della luce terrestre – primitiva – e della luce Celeste – tensione spirituale.

Una madre lo sa bene, di istinto, anche se fosse lungi dall’averne consapevolezza: morte e vita si chiudono nello stesso cerchio, in un unico e irrinunciabile abbraccio. Madre. Madre – Terra; Madre – Santa; Madre stanca e anonima confusa nelle moltitudini indistinte; madri compagne di uomini e madri sole. Ogni madre rivive comunque, implicitamente, il progetto grandioso della Natura, ed è candidata, suo malgrado, ad un cammino di Passione; fatto di perdite, dolore e di gloria: secondo la regola dell’amore. Questo dice la nostra Mater, che stava dolorosa sotto la croce dove appeso – insieme al Figlio – inchioda il suo sentire.

Durata
12′ circa

Pubblicazione
Edizioni Sconfinarte

Locandina
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